domenica 26 novembre 2017

Mercato del petrolio, si avvicina il giorno del meeting Opec

E' ormai dietro l'angolo il 30 novembre, giorno del meeting OPEC che dovrebbe determinare l'estensione dei tagli produttivi fino alla fine del prossimo anno. Sul mercato del petrolio le quotazioni restano toniche, dal momento che vengono sostenute da un mix di fattori interessanti e c'è un certo ottimismo che l'accordo verrà raggiunto.

Sul miglior sito opzioni binarie autorizzati Consob abbiamo visto il Wti crescere a 58,95 dollari al barile (+1,6%), e viaggiare sostenuto anche il Brent. Sembra quindi che i mercati siano convinti che dal meeting tra Opec e Russia tutto andrà liscio come l'olio e non ci saranno sorprese sgradite.
Tuttavia non è tutto così idilliaco. La liaison tra i produttori dà ancora qualche margine di dubbio. Del resto soltanto fino a pochi giorni fa la Russia sembrava ancora indecisa se partecipare al summit di Vienna. Tuttavia, sembra che ci sia finalmente la volontà comune di estendere fino alla fine del 2018 l'accordo che ridurrà 1,8 milioni di barili al giorno.

La Russia, i paesi Opec e il mercato del petrolio


La posizione della Russia è stata quella che ha destato maggiori dubbi. La defezione del Paese guidato da Vladimir Putin del resto sarebbe stata pesantissima. Senza i russi le quotazioni senza dubbio crollerebbero e questo metterebbe a rischio al stessa esistenza del Cartello, secondo qualche analista.


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Va detto che l'Opec non è più quello di un tempo. E' meno stabile e meno solido. Inoltre non è più n grado di salvaguardare le condizioni di alcuni dei suoi paesi membri. Ad esempio secondo il Fondo monetario internazionale, per rimettere a posto le sue finanze il Venezuela avrebbe bisogno di un barile a 216 dollari. Discorso analogo per la Nigeria (127 dollari) e l'Arabia Saudita (84).  Ecco perchè il prolungamento dei tagli diventa questione di sopravvivenza.

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