lunedì 30 aprile 2018

Sterlina ancora in calo. I mercati non credono più al rialzo dei tassi BoE

Sembra essersi interrotto il cammino della sterlina, ovvero la valuta del G10 più performante degli ultimi sei mesi. I trader (e gli analisti) hanno voltato le spalle alla valuta britannica la scorsa settimana, dopo che è stato reso noto il rapporto sulla crescita economica che ha evidenziato i dati peggiori per il Regno Unito dal 2012. Questo ha di fatto ridotto allo zero le possibilità che la Banca d'Inghilterra possa aumentare i tassi di interesse a maggio.

I bocconi amari per la sterlina

Il deludente report sul PIL del primo trimestre è stato l'ultimo colpo per i tori della sterlina. La crescita si è attestata allo 0,1% congiunturale e e dell’1,2% tendenziale, minori delle aspettative dello 0,3% e dell’1,4% rispettivamente. Il primo segnale di avvertimento era giunto dopo che Mark Carney (numero uno della Bank of England) aveva scosso i mercati suggerendo che un aumento del costo del denaro era tutt'altro che in considerazione. Tenuto conto che prima di questo intervento i mercati stimavano la possibilità di tale evento al 90% (per maggio), e pure un secondo incremento in arrivo a novembre, si capisce come tutto si sia ribaltato.

Subito dopo la notizia riguardante il PIL, la sterlina è scesa dello 0,9% a 1,3791. La valuta britannica è giunta ai minimi di 7 settimane nei confronti del dollaro Usa. E questa settimana sta cominciando all'insegna di un ulteriore ribasso da parte del pound (sia contro l'euro che contro il dollaro). I trader - a prescindere che negozino lotti Forex, minilotti, microlotti - sembrano orientati a puntare di nuovo contro il pound. Dal punto di vista tecnico fra 1,4346 del 27 gennaio ed 1,4377 del 17 aprile, sembra essersi formato un potenziale doppio massimo.

La BoE e la politica monetaria

Molti grandi investitori nel frattempo hanno aggiornato in fretta le loro previsioni sulla politica BOE. Molte di loro non prevedono più alcun rialzo dei tassi nel 2018, mentre altre ne prevedono al massimo uno, ma da agosto in poi. L'esito di tutto questo è che dopo 13 anni di rialzi consecutivi contro il dollaro ad aprile, quest'anno la lunga serie storica è destinata a cadere. Peraltro l'inversione del sentiment dei trader verso il dollaro (cui si è assistito nell'ultima settimana), sembra suggerire una futura ulteriore debolezza per il pound. Occhio quindi alla formazione di un possibile slittamento (qui vedi cos'è lo slippage trading e come evitarlo).

Va ricordato inoltre che i negoziati sulla Brexit hanno il potenziale per sconvolgere ulteriormente il destino della sterlina. Più precisamente, visti i dati e vista la situazione globale, la Bank of England potrebbe essere spinta ad attendere ulteriormente, fin quando cioè non si avrà un quadro più chiaro sull'intesa per la Brexit con Bruxelles.

Sul fronte macro, la settimana propone un'altra serie di dati U.K. di alto livello. Ad esempio le relazioni dei responsabili degli acquisti sulla produzione e sui servizi di produzione per aprile, che fornirà un quadro su come il segmento più grande dell'economia britannica sta vivendo nel secondo trimestre.

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