venerdì 16 febbraio 2018

Lavoro, 800 posti a rischio nella catena (in crisi) Trony

Arriva un'altra brutta notizia sul fronte del lavoro. Circa 800 dipendenti della catena Trony infatti potrebbero perdere il proprio posto, a causa della crisi che ha colpito l'azienda specializzata nella vendita di elettrodomestici e prodotti elettronici al dettaglio. Le difficoltà sono dovute essenzialmente a due fattori: in primo luogo le scelte imprenditoriali sbagliate, in secondo luogo la concorrenza feroce dell'e-commerce, che ha ridotto progressivamente i ricavi del gruppo. Trony dispone di oltre 40 punti vendita in Italia, è controllata da Dps Group e fa capo all’imprenditore pugliese Antonio Piccino.

La situazione e i rischi del lavoro

Dallo scorso dicembre infatti gli addetti alla catena sono pagati soltanto al 20% dello stipendio dovuto. La società dal 24 gennaio scorso è stata ammessa alla procedura del concordato in bianco e da allora è alla ricerca di un possibile acquirente, ma finora la ricerca non ha avuto successo. La proceduta concordataria prevede che il pagamento dei dipendenti - a partire dal 24 gennaio - avvenga nella misura stabilita dal commissario della Dps Alfredo Haupt, nominato dalla giudice delegata del Tribunale di Milano Irene Lupo. Per i pagamenti antecedenti, come detto, si è fermi al 20%.

Un mesetto fa si era fatta l'ipotesi di un acquirente pronto a rilevare 15 punti vendita Trony. Tuttavia non c'è stato più alcun contatto concreto, il che crea grande allarme. Nel frattempo i lavoratori dell'azienda continuano a recarsi regolarmente al proprio posto, anche se l'attività è di fatto quasi ferma visto che molti fornitori hanno sospeso le consegne a causa della crisi di liquidità dell’azienda. Per questo motivo i magazzini sono praticamente vuoti, e la mancanza di articoli in magazzino è motivo di ulteriore frustrazione per i dipendenti.

Nessun commento:

Posta un commento