giovedì 4 gennaio 2018

Criptovalute, le banche centrali chiedono regole

La febbre da criptovalute continua ad alimentare dibattiti e polemiche. E adesso anche dal fronte politico emerge la richiesta di maggiore trasparenza, maggiore regolamentazione e magari anche maggiori restrizioni per il mercato delle criptovalute. A 9 anni dalla estrazione del «blocco 0» di Bitcoin, lo scenario si è evoluto in modo incredibile. La rivoluzione delle valute digitale finora è nota soprattutto per i grossi profitti che ha consentito a chi ha avuto la lungimiranza di puntare su questo asset.

Il dibattito sulle criptovalute

bitcoinI guadagni messi assieme da Bitcoin sono stati spaventosi. E se qualcuno ha sfruttato i broker Forex bonus senza deposito ha davvero fatto bingo, assciurandosi un profitto straordinario senza investire manco un euro. Però è chiaro che a remunerazioni elevate e rapide corrispondono anche rischi fortissimi e zone d'ombra tutte da svelare. Per questo si solleva un coro di richieste di maggiore regolamentazione.

Il governatore della Banca Centrale austriaca ha rilanciato il tema nella BCE. Serve una stretta regolatoria, tenuto conto che la criptovaluta si presta ad essere uno strumento per il riciclaggio di denaro sporco. Anche il ministro delle Finanze francese aveva sollevato il problema con l'intento di sottoporlo al G20 di aprile. C'è chi dice che una stretta occorre anche e sorpattutto se gli Stati vogliano mantenere il controllo sulla creazione di
moneta.

Ma non è facile imporre delle regole a questo mercato. Il vice direttore di Banca d'Italia ha messo in allerta i piccoli investitori dalle valute digitali contratti altamente speculativi e simili a una scommessa. Peggio ancora se si comprende cos è la leva finanziaria forex trading e come agisce in questi casi. Però dal momento che gli scambi avvengono al di fuori del mercato, è molto probabile che un'azione legislativa nazionale possa rivelarsi del tutto inefficace. Bitcoin e le altre valute sono infatti strumenti finanziari regolamentati solo dalla rete. L'appiglio però sta nella direttiva europea 849/2015, quella che prevede già l'estensione agli exchange (le attività che fanno compravendita sulle criptovalute ndr) della normativa antiriciclaggio. In sostanza, le piattaforme di scambio di valute digitali dovrebbero far crollare il privilegio dell'anonimato.

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