mercoledì 1 novembre 2017

Occupazione: 75mila posti a rischio a causa della Brexit

La Brexit potrebbe avere delle ripercussioni enormi sull'occupazione britannica. L'allarme lo ha lanciato la stessa Bank of England, che parla di ben 75 mila posti di lavoro che sarebbero a rischio nel solo settore finanziario. Un quadro che peraltro potrebbe anche essere rivisto in peggio, nel caso in cui non si riuscirà a trovare un accordo per la Brexit. L'ipotesi del "no deal", ossia l’uscita di Londra dall’Unione europea senza un accordo complessivo che faccia da ammortizzatore, infatti alzerebbe questa stima. Ma è chiaro che pure nel caso in cui un accordo venga trovato, occorre vedere i termini per capire se l'impatto sarà così forte oppure no.

Nel frattempo la sterlina continua ad andare su e giù proprio in ragione dell'evoluzione dei negoziati. Su una delle migliori app trading con bonus abbiamo visto quando il pound è salito dopo che il capo negoziatore UE ha ipotizzato un'accelerata dei negoziati.

Brexit e occupazione

La Banca centrale inglese ha chiesto a diversi istituti e fondi d’investimento di predisporre un piano d’emergenza per fronteggiare una Brexit estrema. In questo caso infatti si dovrebbe tornare all'impianto normativo del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, per regolare gli scambi tra Gran Bretagna ed Europa. Ciò significherebbe che le banche inglesi non avrebbero più la licenza per operare sul Continente, e quindi dovrebbero per forza aprire corpose succursali in territorio Ue.

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Va detto che gli istituti invece secondo una loro previsione hanno fissato a 10mila il rischio di perdita forza lavoro a causa del Brexit. Secondo la BoE quella cifra invece si realizzerebbe già nel solo primo giorno della Brexit in caso di no deal. Va altresì precisato che molti si sono azzardati a fare previsioni in merito, con risultati altalenanti. Si può però dire che nessuno scende sotto i 10mila, così come la previsione BoE pare essere quella più pessimistica. La forbice concreta quindi è fra 10 mila e 75 mila posti di lavoro persi.
Ad ogni modo, questo non sembra mettere a rischio il posto di Londra come più grande centro finanziario europeo, come inizialmente previsto.

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